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  • Immagine del redattoreVeronica Pecorilli

SIAMO IN GRADO DI FARCI VEDERE? 'Le parole di Giulia Morazzoni'

Aggiornamento: 4 set 2020

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- Già il titolo è potentissimo. Richiama attenzione, ci spinge ad una lunga riflessione su noi stessi, sulla nostra persona, su cosa siamo. COSA SIAMO, badate bene, non come appariamo, come sembriamo. No. COSA SIAMO. Nella società odierna tutto o quasi è incentrato sull'apparenza, oggetti, vestiti, macchine, acconciatura. Tutti che giudicano, valutano, si fanno idee su quello che vedono nell'immediato, difficilmente si guarda oltre, difficilmente si OSSERVA, si cerca di comprendere davvero chi abbiamo intorno, compagni e familiari compresi. Una persona senza peli sulla lingua, che non ha paura di dire quello che pensa viene subito bollata come una persona forte, decisa e determinata. Sarà anche vero, ma ne siete sicuri? O meglio, avete pensato che magari qualche insicurezza, qualche paura ce la possa avere? O è solo prerogativa di persone timide, docili e silenziose? Veronica in questo suo splendido libro che definirei saggio ci invita a guardare oltre, ci invita a osservare e osservarci. Osservarci, comprenderci, prima noi stessi per poter meglio comprendere e VEDERE gli altri. Se non approfondiamo la nostra conoscenza rischiamo di convincerci che una scelta altrui sia nostra, ci lasciamo condizionare da paure o chissà quali condizionamenti. Siamo esseri liberi, dobbiamo usarla, bene ovviamente, ma dobbiamo usarla questa libertà. È un nostro diritto, una possibilità che ci è concessa, ma per usarla al meglio dobbiamo appunto conoscerci e imparare ad amarci.


Riuscire ad accettare la non possibilità che le nostre parole possano non essere ascoltate, se pur con molta volontà e dedizione abbiamo ragionato su di esse coltivandole nel tempo”. “a volte avendo un dialogo si ha l’impressione quasi come i nostri racconti non esistessero o fossero addirittura estranei alla cognizione di pensiero, ragionamento o riflessione della persona in nostro confronto”.

Vi voglio regalare un estratto che mi sta molto a cuore perché lo percepisco mio, personale: “dato il diverso approccio al percorso di vita è impossibilitato a sostenere le nostre teorie e di far del nostro ragionamento una propria materia da condividere. Routine? Idee diverse?” Leggendo questo estratto mi sono commossa, mi son sentita capita, compresa da una persona che neanche mi conosce, ma è come se sapesse tutto di me. È bellissimo ed emozionante quando accade, anzi posso dire che io leggo anche per ritrovare nelle parole altrui una parte di vita mia un po’ come accade con le canzoni.




Veronica inconsapevolmente mi ha fatto riflettere con l’estratto sopra, ma mi ha anche confortato e coccolato con il seguente: “non è errato dare senso ad un finale. L’importanza ed il valore del trascorso assieme mostreranno, una volta terminato il rapporto, un profondo sentimento di riconoscimento verso l’altro” “il valore del percorso che ne trarremo

Grazie a questo libro ho capito molte cose di me e della mia relazione, ho trovato conforto e riflessioni.  Veronica mi ha guidato, mi ha ammonito, è stata una vera guida e io le sarò sempre grata. Voglio condividere con voi uno dei suoi consigli ovvero quello di non prenderci mai la responsabilità di un pensiero che non è nostro, di un pensiero che possa distoglierci dal nostro benessere. Dobbiamo star bene e volerci bene. Ricordiamoci che siamo liberi, ovviamente nel rispetto di tutti ma anche e soprattutto nel NOSTRO RISPETTO.  “UNA BUONA PERSONA AL NOSTRO FIANCO è CAPACE DI VALORIZZARCI”. Sembra scontato ma purtroppo non lo è… pensateci…


Seguite l’istinto, sempre. Io spesso non do ascolto alle mie sensazioni, al mio istinto, troppo presa dall'ascoltare la ragione, troppo concentrata sul razionalizzare perché convinta che l’istinto mi possa portare verso scelte affrettate e impulsive. L’istinto invece difficilmente ci porta a compiere scelte sbagliate o non benefiche per noi e io l’ho provato, l’ho potuto costatare sulla mia pelle direttamente, quindi confermo assolutamente quanto scritto dall'autrice.

Altro spunto di riflessione super interessante è dettato dalla necessità di spogliarci di tutto, eliminare il superfluo, accogliere ed entrare in contatto con la parte più intima di noi, più personale e vera, pura. Veronica all'interno del libro racconta di alcuni scatti artistici sperimentali che ha fatto insieme ad un amico che si è dimostrato entusiasta di partecipare al progetto. Voleva rappresentare l’essenza, entrare in contatto profondo con le sue emozioni e sensazioni. Giuro che è stato così emozionante e potente come messaggio che avevo la pelle d’oca mentre leggevo. Mi sono sentita trasportata anche io in quell'idea, è stato magnifico.


L’ultimo capitolo tratta un argomento per me molto attuale, mi ha aperto gli occhi ovvero le relazioni. spesso, condizionati dalle esperienze e dalla società, siamo portati a etichettare tutto, a dare un nome, catalogare. Vediamo due persone parlarsi oppure siamo noi i protagonisti del dialogo e la nostra attenzione, l’unica cosa di nostro interesse è dare un nome al nostro rapporto con l’altro, definire chi e cosa siamo per l’altro. La nostra attenzione invece dovrebbe essere rivolta al contenuto, alle parole, dovremmo fermarci e VEDERE, ASCOLTARE, COMPRENDERE. Dare valore al dialogo con l’altro senza pensare ad un’etichetta, senza dare importanza all'apparenza. Costruire lentamente un rapporto, sempre più profondo, sempre più unico, sempre più intimo. Le etichette, i nomi vengono da sé, vengono dopo, sono un vestito, importante quanto volete, ma mai come il corpo che lo veste.

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